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Psicologa clinica e Psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale.

iscritta all’albo professionale dell’Ordine degli Psicologi della Regione Lombardia con n°03/11075 dal 2007

Psicoterapia

- Psicoterapia individuale

- E.M.D.R. - Psicoterapia di coppia

- Psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza

- Sostegno alla genitorialità

- Sostegno alle donne nel pre e post partum

- Valutazioni neuropsicologiche

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DISTURBI ANSIOSI:

  • Attacchi di panico

  • Fobia specifica

  • Fobia sociale

  • Disturbo ossessivo – compulsivo

  • Disturbo post - traumatico da stress

  • Disturbo d’ansia generalizzato

L’ansia “patologica” interferisce con la qualità della vita di una persona e la limita nel suo quotidiano (c’è chi non guida più, chi evita di parlare alle riunioni lavorative, chi evita i luoghi affollati, chi non prende più l’ascensore..).

L’ “evitamento ansioso” è un elemento caratteristico dei disturbi d’ansia: l’individuo si sottrae da quella penosa sensazione fisica e psichica che sente intollerabile e non gestibile.

Nel corso del tempo, se non trattata, l’ansia può diventare una condizione emotiva costante nel proprio quotidiano.

DISTURBI DELL’UMORE:

  • Disturbi depressivi

  • Disturbi bipolari

Il disturbo depressivo è una delle patologie più diffuse a livello mondiale, che interessa sia adulti che bambini.

È un disturbo invalidante che colpisce la vita lavorativa, sociale e famigliare della persona.

La condizione depressiva si caratterizza di una visione negativa di se stessi e del mondo, oltre che da un senso di mancata speranza, immobilità e impotenza ad agire un cambiamento.

Chi ne soffre vive intensi momenti di tristezza e angoscia che non abbandonano mai e che impediscono il benessere quotidiano: niente sembra più soddisfare, dare felicità o conforto.

Oltre a questi stati emotivi, la persona vive sensi di colpa, rabbia, vuoto e apatia.

Le difficoltà vengono vissute come insormontabili e ci si sente incapaci di agire; il senso di affaticamento è una costante e l’energia viene meno con il presentarsi di un senso d’apatia.

Nel disturbo bipolare, si alternano episodi depressivi a episodi maniacali (periodi definiti di umore euforico, espansivo e irritabile).

E.M.D.R. (EYE MOVEMENTDESENSITIZATION AND REPROCESSING)

Eye Movement Desensitization and Reprocessing (E.M.D.R.) è un trattamento psicoterapeutico che facilita la risoluzione di sintomi e del disagio emotivo legati a esperienze di vita stressanti e traumatiche.

Negli ultimi anni ci sono stati più studi e ricerche scientifiche sull’EMDR che su qualsiasi altro metodo usato per il trattamento del trauma e dei ricordi traumatici.

I risultati di questi lavori hanno portato questo metodo terapeutico ad aprire una nuova dimensione nella psicoterapia.

L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo Post Traumatico da Stress che per i traumi di minore entità.

Le applicazioni cliniche dell’EMDR sono state largamente studiate con diversi disturbi come:

  • Traumi di ogni genere di entità e gravità

  • Depressione

  • Fobie

  • Disturbi di panico

  • Disturbo d’ansia generalizzato

  • Problemi di condotta e di autostima

  • Lutti complessi

  • Disturbo di dismorfismo corporeo

  • Ansia da prestazione

  • Dolore Cronico

  • Dipendenze

  • Disturbi somatici

L’EMDR può essere applicato in larga scala per emergenze umanitarie (a seguito di disastri naturali e provocati dall’uomo) come anche con individui e gruppi nelle diverse fasi del trauma (dalla fase acuta alla cronica) in modo tale da fornire un sollievo e favorire i fattori di crescita post-traumatica e di benessere.

Gli interventi con EMDR possono aiutare in ultima istanza ad interrompere la trasmissione intergenerazionale della violenza e dell’abuso.

DISTURBI ALIMENTARI:

  • Anoressia nervosa

  • Bulimia nervosa

  • Sindrome da alimentazione incontrollata

I disturbi del comportamento alimentare interessano sia l’adulto che il bambino.

L’alimentazione sregolata va ad incidere negativamente sul corpo di un soggetto, sulla sua vita relazionale e sul suo senso di identità personale.

I vissuti emotivi correlati al disturbo alimentare, quali senso di colpa, vergogna, ansia e tristezza, possono portare all’isolamento sociale, alla depressione, ai disturbi d’ansia e alle dipendenze.

Con questi disturbi, non solo viene inficiato il benessere psicologico della persona, ma anche la sua salute fisica (alterazioni cardiovascolari, ipotermia, lacerazioni esofagee e gastriche, osteoporosi).

DIPENDENZE PATOLOGICHE:

  • Dipendenza da sostanze

  • Dipendenza da gioco d’azzardo

  • Nuove dipendenze tecnologiche

Per dipendenza si intere una modalità patologica d’uso di una sostanza che conduce a disagi significativi, a ossessività, a compulsivita’ e ad impulsività.

L’uso di qualsiasi droga interferisce con il normale funzionamento cerebrale, alterando percezioni, pensieri, azioni e ricordi.

Ciò risulta ancor più marcato se l’uso di droghe avviene in una persona di giovane età, il cui cervello è ancora in fase di maturazione.

Ad oggi, sempre più di frequente, il termine “dipendenza” viene utilizzato con riferimento a sintomatologie derivanti dalla ripetizione di attività per lo più socialmente accettate, che non implicano l’assunzione di alcuna sostanza chimica.

Tale sindrome si manifesta con un crescendo di tensione ed eccitamento che precede l’inizio del comportamento, una sensazione di piacere e sollievo durante lo svolgimento del comportamento è una conseguente percezione di perdita di controllo con coazione a ripetere del comportamento, nonostante la consapevolezza del l’insorgere di conseguenze negative.

Le più conosciute “new addiction” sono:

  • sindrome da shopping compulsivo

  • Dipendenze da tv / internet

  • Gioco d’azzardo patologico

DISTURBI SOMATOFORMI:

Disturbo di somatizzazione

Ipocondria

Disturbo di dimorfismo corporeo

Il disturbo di somatizzazione si riferisce a quei disturbi che presentano manifestazioni fisiche come i disturbi organici, pur derivando in realtà da cause psichiche.

Questi disturbi possono essere riferiti a qualsiasi organo o apparato: a volte possono essere descritti in modo specifico (ad es. dolore acuto al cuore, cefalea..); altre volte possono essere vaghi (sensazione di nausea, pesantezza all’addome, dolori diffusi).

Di solito, il sintomo si manifesta dopo un evento particolarmente stressante per il paziente, ma, in maniera caratteristica, è presente una relativa mancanza di preoccupazione.

Frequenti sono le associazioni del disturbo di somatizzazione con disturbi dell’umore e l’ansia.

L’ipocondria rappresenta invece la paura di avere una malattia, con interpretazione abnorme di segni o sensazioni fisiche. La preoccupazione del proprio stato di salute diviene predominante e il funzionamento sociale e lavorativo risulta spesso compromesso, con passaggio da un medico a un altro, per cercare conferma della malattia.

Come per gli altri disturbi somatoformi, gli stress psicosociali sembrano predisporre allo sviluppo del disturbo; lo svilupparsi di una personalità premorbosa sembra essere collegato a particolari atteggiamenti familiari, caratterizzati da eccessiva apprensività, iperprotettività e ipercontrollo.

Il termine dismorfofobia indica la sensazione soggettiva della presenza di difetti dal punto di vista del proprio aspetto fisico, in una persona con aspetto normale. Il paziente si sente osservato dagli altri e a volte le preoccupazioni riguardo il proprio corpo possono essere di gravità tali da assumere i caratteri dell’ossessione. A volte il paziente richiede trattamenti di chirurgia estetica, ma il disturbo dell’immagine corporea non si modifica neanche dopo gli interventi.

Spesso vi è evitamento di occasioni sociali perché è in queste occasioni che l’ansia riguardo il proprio aspetto fisico diviene più marcata. Sono presenti a volte sintomi secondari, che comprendono depressione, insonnia e ansia.

PSICOTERAPIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

Solitamente i comportamenti problematici durante l’età dello sviluppo possono essere racchiusi in due macro categorie.

Da un lato abbiamo bambini e ragazzi che esternano forti vissuti emotivi di rabbia con comportamenti aggressivi, dall’altro troviamo minori spaventati, chiusi, tristi e ansiosi.

Queste manifestazioni emotive si traducono in comportamenti poco adatti i per il minore e spesso vengono segnalati da genitori e insegnanti.

Le situazioni di disagio infantile che possono essere trattate con una psicoterapia sono:

  • Paura e ansia per la scuola

  • Paure specifiche

  • Rituali ossessivo compulsivi

  • Problemi o Blocchi relazionali

  • Problemi di aggressività

  • Tristezza, isolamento, ansia

Le situazioni di disagio adolescenziale sono:

  • Disagi relazionali coi coetanei

  • Crisi d’identità

  • Disagio rispetto al proprio aspetto fisico

  • Ansia

  • Depressione

  • Disturbi ossessivo compulsivi

  • Disordini alimentari

  • Problemi scolastici

PSICOLOGIA DELLO SPORT

La Psicologia dello Sport è la disciplina psicologica che studia il comportamento umano nel contesto della reciproca influenza fra sport – inteso come attività fisica a scopo educativo, agonistico, ricreativo, riabilitativo o di promozione del benessere – e sviluppo psicofisico.

Su un piano teorico e generale, è possibile definire due macro obiettivi della Psicologia dello Sport: la promozione del benessere psicofisico della persona praticante sport e l’ottimizzazione delle risorse psicologiche facilitanti il miglioramento della prestazione sportiva.

L’allenamento mentale consiste nel dare agli sportivi una serie di strategie psicologiche per promuovere l’acquisizione della capacità per affrontare gli allenamenti e le gare nel migliore dei modi possibili, cioè un lavoro specifico per aumentare la prestazione e il benessere dello sportivo o delle altre persone dell’ambiente sportivo.

PSICOTERAPIA DI COPPIA

Ogni giovane coppia non vuole altro che la felicità e la riuscita della propria unione, credendo che il loro rapporto sia “diverso” da tutti quelli che finiscono in una separazione, confidando nel loro grande amore.

Col passare del tempo, però, ci si scontra con problemi ed incomprensioni che spesso ci si trova impreparati ad affrontare: insorgono così frustrazioni, delusioni, dolori, senza che la coppia riesca ad identificarne le cause reali.

Quando insorge un conflitto, il più delle volte a causa di una comunicazione carente, i due partner sono portati ad incolparsi a vicenda, invece che considerarlo come un “problema” che può essere risolto insieme.

Compito della psicoterapia cognitiva è proprio quello di aiutare le coppie a rendere chiaro il loro modo di comunicare e di pensare; per evitare innanzitutto i problemi di comunicazioni che danno origine a tutta una serie di interpretazioni sbagliate, le quali vanno poi a minare l’equilibrio dell’unione, fino a determinare una situazione irreversibile in cui il compagno tanto amato diventa l’avversario e all’amore si sostituisce la rabbia.

Essendo tuttavia ogni coppia diversa da qualsiasi altra, compito dello psicoterapeuta sarà quello di andare a svelare tutte quelle problematiche sia visibili che nascoste, al fine poi di definire le strategie più appropriate per affrontarle.

VALUTAZIONI NEUROPSICOLOGICHE

La valutazione neuropsicologica è uno strumento diagnostico costituito da valutazioni cliniche e strumentali (test neuropsicologici) che permettono di definire lo stato cognitivo di un soggetto, valutandone le capacità attentive, mnesiche, linguistiche, percettive, esecutive.

Nel caso in cui le performance cognitive presentino delle alterazioni, l’insieme dei dati anamnestici, del colloquio e dei risultati testistici consente di inquadrare il disturbo in senso diagnostico-terapeutico.

La valutazione neuropsicologica è rivolta a tutti coloro che sospettano di avere un deficit cognitivo (per esempio un disturbo della memoria, del linguaggio, dell’attenzione…) con impatto sullo svolgimento delle abituali attività della vita quotidiana.

SOSTEGNO ALLE DONNE NEL PRE E POST-PARTUM

Dal punto di vista psicologico, la gravidanza, il parto e il periodo del post partum, rappresentano dei momenti di fondamentale importanza nella vita di una donna.

Al momento dell’accertamento della gravidanza molteplici sono i sentimenti e le emozioni sperimentate da una donna: alla gioia si accostano timori, incertezze, senso di realizzazione della propria vita ma anche paura di non farcela.

Il sostegno psicologico, l’incoraggiamento, l’ascolto ed il rispetto delle proprie sensazioni e stati d’animo è sicuramente basilare per la mamma in attesa o per la neomamma.

Successivamente, la nascita di un figlio viene da tutti considerato come un evento gioioso, ma in realtà il vissuto interno di molte donne è differente: dopo il parto, sia esso il primo o meno, si può andare incontro a momenti di scoraggiamento, di demoralizzazione, di calo dell’umore.

A questo punto della sua vita, una donna deve infatti modificare le proprie priorità, deve prendersi cura del neonato ed affrontare insieme i numerosi cambiamenti che comporta la nascita di un figlio, sia da un punto di vista pratico che emotivo: cambiano i ruoli, cambia la relazione col partner, si ha il passaggio della donna dal ruolo di figlia a quello di madre.

Il 13% delle donne soffre di depressione post-partum: caratterizzata da tristezza, ansia, senso di colpa, disturbi del sonno e dell’appetito, mancanza di interessi e di energia.

Se la depressione post-partum non viene adeguatamente trattata, gli effetti negativi andranno ad impattare anche sullo sviluppo cognitivo-emotivo del bambino e nella relazione col partner.

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’

La genitorialità è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie: l’arrivo di un figlio può aiutare a visualizzare e riorganizzare meglio le passate esperienze, ma la nuova condizione può anche determinare un crollo psicologico a causa del riattivarsi di sottostanti conflitti non elaborati in ognuno dei due genitori.

Se la funzione genitoriale è disturbata, ciò influisce sulla relazione genitore-bambino e conseguentemente sulla personalità e lo sviluppo del bambino, sulla struttura delle sue difese psicologiche e sulle sue rappresentazione riguardanti le aspettative relazionali.

Molti disturbi psicologici sono infatti aggravati e mantenuti da relazioni conflittuali del bambino coi suoi genitori.

Compito dello psicoterapeuta è quello di aiutare i genitori sia nella comprensione del disturbo dei loro figli, che nella ricerca delle strategie più funzionali per rapportarsi ed interagire con loro, in modo da non determinare o perpetuare relazioni che generino sofferenza ad entrambe le parti.

Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

- Valutazione e gestione dello stress lavoro correlato

- Corsi di formazione aziendali

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La psicologia del lavoro o psicologia delle organizzazioni è lo studio dei comportamenti delle persone nel contesto lavorativo e nello svolgimento della loro attività professionale in rapporto alle relazioni interpersonali, ai compiti da svolgere, alle regole e al funzionamento dell’organizzazione.

In altre parole, la psicologia delle organizzazioni prende i modelli e le teorie della psicologia e li applica all’ambiente di lavoro, cercando di:

- favorire sia il massimo benessere per le persone che lavorano, sia il massimo vantaggio per l’organizzazione per cui lavorano.

- migliorare le condizioni psicologiche, la motivazione ed i rapporti con gli interlocutori di ruolo, con l’azienda e con l’ambiente di lavoro in genere.

I campi d’applicazione della psicologia delle organizzazioni sono soprattutto: la gestione del personale, la leadership, la selezione, la valutazione, la formazione professionale, la comunicazione e i rapporti, le dinamiche di gruppo, la motivazione al lavoro, il sistema premi-punizioni, lo sviluppo della carriera.

Le seguenti prestazioni, vengono proposte anche in collaborazione con lo Studio Medico Pintucci <a href=”http://www.medicinadellavorobrianza.it/” target=”_blank” rel=”noopener”>www.studiomedicopintucci.it</a>

 

<strong>VALUTAZIONE E GESTIONE DELLO STRESS LAVORO - CORRELATO</strong>

La recente approvazione del D.Lgs 81/08 in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, introduce l’obbligo di valutazione dello stress lavoro - correlato in tutte le aziende secondo i contenuti dell’Accordo Interconfederale per il recepimento dell’accordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato concluso l’8 ottobre 2004 tra UNICE/UEAPME, CEEP E CES – recepito in Italia il 9 giugno 2008. L’Accordo quadro europeo mira a promuovere la crescita di consapevolezza e comprensione dello stress da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti alzando l’attenzione sui segnali che potrebbero denotare problemi di stress lavoro-correlato.

Lo scopo della valutazione è quello di guidare e sostenere datori di lavoro e lavoratori nella riduzione del rischio attraverso l’analisi degli indicatori oggettivi aziendali e la rilevazione delle condizioni di stress percepito dai lavoratori.

In linea generale il processo di valutazione dei rischi si articola concretamente in tre fasi: identificazione dei pericoli, stima del rischio (valutazione preliminare / valutazione semplificata) e valutazione approfondita. In base all’esito di questo processo vengono adottati interventi di eliminazione o riduzione del rischio e una successiva rivalutazione di verifica dei cambiamenti ottenuti.

L’identificazione dei pericoli consiste nell’individuare tutte le condizioni presenti nell’attività lavorativa che potenzialmente possono causare danni alla salute dei lavoratori per infortuni o malattie da lavoro.

I pericoli individuati vengono quindi valutati in via preliminare sotto l’aspetto qualitativo e quantitativo riferendosi a criteri previsti dalle norme di legge o da raccomandazioni di buona tecnica, al fine di individuare le situazioni di rischio che superano un determinato livello di soglia e richiedono interventi di eliminazione o riduzione del rischio e quindi una valutazione approfondita.

La valutazione approfondita consiste pertanto nell’analisi dettagliata dei rischi, allo scopo di individuare le misure di prevenzione necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

 

<strong>CORSI DI FORMAZIONE AZIENDALI</strong>

Nonostante tutte le ricerche sull’argomento abbiano ormai dimostrato che le imprese che investono in formazione professionale raggiungono risultati migliori di quelle che non lo fanno, attualmente solo il 25% delle imprese italiane sostiene attività di formazione, a fronte del 60% della media europea.

La formazione non può essere standardizzata, ma va progettata volta per volta in modo mirato ed efficace: in relazione alle specificità delle singole aziende, alla loro collocazione sul mercato, alle diverse necessità che si presentano col passare del tempo.

 

I corsi di formazione che risultano essere maggiormente utili alle aziende e che conseguentemente sviluppo e propongo sono:

- Lo stress lavoro-correlato

- La comunicazione efficace ed assertiva

- L’intelligenza emotiva

- La motivazione e la gestione dei propri collaboratori / Lavorare in team

- La gestione del tempo e delle crisi

- La gestione delle diversità e dei conflitti

- Le dimensioni della leadership e la self-efficacy

Lo psicologo

La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale

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La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.

Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto nell’apposito albo professionale.

In un senso più ampio, l’operato dello psicologo clinico si rivolge alla prevenzione primaria delle condizioni di disagio personale e relazionale; alla promozione del benessere psicologico e psicosociale; all’identificazione precoce delle problematiche o patologie; al corretto inquadramento dei fattori psicologici, personologici, famigliari, relazionali, ambientali e contestuali che generano e mantengono il disturbo o la difficoltà psicologica; alla gestione clinica, tramite consulenze, colloqui e diverse tecniche di sostegno psicologico, delle principali tipologie di difficoltà personali, famigliari, gruppali e comunitarie; all’abilitazione/riabilitazione nelle problematiche emotive, relazionali, comportamentali o cognitive che fossero non integralmente risolvibili; al sostegno in situazioni di crisi emotiva, relazionale o decisionale del paziente.

 

Link: <a href=”http://www.opl.it/showPage.php?template=istituzionale&id=1″ target=”_blank” rel=”alternate noopener”>Ordine degli Psicologi della Lombardia</a>

Lo psicoterapeuta

Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha conseguito un’ulteriore specializzazione quadriennale in Psicoterapia presso scuole di specializzazione riconosciute dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). COS’E’ LA PSICOTERAPIA COGNITIVO – COMPORTAMENTALE, A COSA SERVE E A CHI SI RIVOLGE La psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale

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Lo psicoterapeuta è uno psicologo o un medico che ha conseguito un’ulteriore specializzazione quadriennale in Psicoterapia presso scuole di specializzazione riconosciute dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).

 

COS’E’ LA PSICOTERAPIA COGNITIVO – COMPORTAMENTALE, A COSA SERVE E A CHI SI RIVOLGE

La psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale è una psicoterapia che permette di trattare una molteplicità di problematiche psicologiche in modo preciso e con tempistiche relativamente brevi.

L’obiettivo di una psicoterapia è quello di offrire, alle persone che vivono dei momenti di difficoltà, la possibilità di ritrovare quel benessere psicologico che permetta loro di tornare a condurre una vita che sia quanto più serena possibile.

Importante è non cadere nella convinzione comune, che solo le persone che hanno problemi “gravi”, abbiano necessità di effettuare una terapia psicologica.

Un supporto psicologico può rivelarsi altrettanto utile per tutte quelle problematiche che investono le diverse sfere della vita quotidiana di una persona.

Spesso, infatti, sono proprio i piccoli problemi comuni che vanno a sovraccaricare la psiche di ognuno di noi, andando a tramutarsi in una serie di disturbi anche fisici, quali ad esempio cefalee, insonnie, tachicardie, mancanze di respiro: tutti sintomi che ci indicano una sofferenza di natura psicologica, che se adeguatamente e tempestivamente trattata può essere risolta in un breve lasso di tempo, evitando così che peggiori o si cronicizzi.

I disturbi di cui mi occupo abbracciano un ampio ventaglio di problematiche, più o meno gravi.

Primi fra tutti sono i disturbi d’ansia: attacchi di panico, fobie, ansie generalizzate, rappresentano al giorno d’oggi e nella tipologia di società in cui viviamo, la causa più comune e diffusa di malessere psicologico.

Non meno importanti sono i disturbi dell’umore. Le ricerche internazionali ci informano di come un episodio depressivo, più o meno intenso, possa statisticamente capitare ad ognuno di noi, nel corso della vita.

Tutto ciò non deve spaventare, bensì rendere più attenti e pronti a chiedere un aiuto specialistico, nel momento in cui si riesca a riconoscere come psicologica, la causa del proprio malessere.

Altrettanto diffusi ed importanti risultano essere i disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, risultano essere problematiche, presenti, al contrario magari di quanto si possa pensare, sia fra le donne che fra gli uomini, sia fra gli adolescenti, che fra gli adulti.

Ulteriori disturbi che è bene non sottovalutare, sono tutti quelli che interessano i bambini e gli adolescenti.

Spesso si ha la tendenza a pensare che con la crescita, tutto si possa risolvere spontaneamente; in realtà è importante non sottovalutare i disagi psicologici dei propri figli, perché è proprio in questo periodo della vita che si va a strutturare una personalità che si manterrà poi anche nella vita adulta.

Infine è importante porre attenzione alle problematiche di coppia: a questo riguardo le terapie possono essere svolte, in base alle richieste e alla necessità, con entrambi i membri della coppia insieme, oppure con uno solo dei due.

La letteratura scientifica internazionale, ha da decenni affermato che l’approccio cognitivo –comportamentale risulta essere quello più efficace nei disturbi citati, anche più di un trattamento di tipo farmacologico.

 

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CORRELAZIONE FRA DIABETE MELLITO E DISTURBI DELL’UMORE

Il legame tra diabete mellito e disturbi dell’umore è noto almeno dagli anni ’50. I sintomi della depressione includono la persistente tristezza o l’incapacità di provare gioia, la perdita o l’ incremento d’appetito, l’insonnia, l’apatia, la difficoltà di...

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LO STRESS LAVORO CORRELATO: UN RISCHIO EMERGENTE

Lo stress legato al lavoro rappresenta un rischio non certo nuovo, vista la copiosa letteratura scientifica in merito, ma sicuramente emergente, per la diffusione che sta assumendo in ambito europeo. Le situazioni di disagio lavorativo sono in costante aumento: una...

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Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Cesare Pavese

Fossati Manuela

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